Inflazione

L’attuale sistema di creazione del denaro è causa di inflazione

C’è un legame molto stretto tra l’attuale meccanismo di creazione del denaro e l’inflazione, che può essere causata non solo dalla semplice variazione della domanda e dell’offerta, ma anche da altri fattori: sia legati alla quantità di moneta creata  sia legati agli alti costi per interesse richiesti dal sistema bancario: se guardiamo al livello dei prezzi nel 1950 e lo confrontiamo con gli attuali prezzi per gli stessi beni, questi ultimi sono cresciuti del 10.000%: un caffè costava 20 lire nel 1950, mentre oggi costa l’equivalente in euro di 2.000 lire; si potrebbe anche dire che il potere di acquisto di 10 euro attuali è pari a circa 200 lire degli anni ’50.

I prezzi aumentano se a parità di offerta la domanda aumenta o viceversa se a parità di domanda l’offerta diminuisce. Immagina di poter vivere con Robinson Crusoe su un’isola che prima era disabitata: ti senti tanto intraprendente da raccogliere tutte le noci di cocco presenti sull’isola per venderle a Robinson Crusoe in cambio di un certo tipo di conchiglia che a te piace molto e che non sai come cercare. Robinson non vede l’ora di mangiare queste noci di cocco e va tutto il giorno alla ricerca di conchiglie, conoscendo meglio l’isola. Alla fine della giornata Crusoe è riuscito a trovare 100 di queste conchiglie. Le noci e le conchiglie vengono scambiate. Supponiamo che in tutta l’isola ci fossero 10 noci di cocco e Robinson abbia trovato 100 conchiglie, allora il prezzo di una noce di cocco è di 10 conchiglie. Tuttavia, se ci fossero state solo 5 noci di cocco, sarebbe cambiato il rapporto e quindi il prezzo. Nel caso di 100 conchiglie e cinque noci di cocco parliamo di un tasso di 1 a 20 (20 conchiglie per una noce). Se, d’altra parte Crusoe avesse trovato 1000 conchiglie, a fronte delle solite 10 noci, il prezzo sarebbe stato di 100 conchiglie per una noce. Naturalmente questa è una enorme semplificazione di come i cambiamenti della domanda e dell’offerta alla fine portino ad una variazione di prezzo.

Non ci sono in questo esempio, le tasse, gli stipendi, la produzione, le banche, il governo, gli altri beni, le imprese ecc: tuttavia, se questo esempio è chiaro, possiamo procedere e vedere il contributo delle banche all’ inflazione. Agli economisti piace vedere l’aumento dell’inflazione scomposto in singole parti – in particolare separano l’aumento dei prezzi dei beni di vita quotidiana (consumo) e l’aumento del prezzo delle attività finanziarie (azioni, obbligazioni, immobili ecc.): facciamo qualcosa di simile qui.

Impatto sull’inflazione della creazione di denaro

Quando le banche prestano denaro a privati creano nuova moneta ‘per chi’ riceve il prestito. Questo aumenta il potere d’acquisto di quella persona nell’economia. Confrontando con l’esempio di Robinson Crusoe, l’aumento di potere di acquisto corrisponde all’aumento del numero di conchiglie, che comporta,a parità di noci di cocco, un conseguente aumento del prezzo del cocco.

Nella realtà attuale la creazione di moneta avviene in modo un po’ più complicato: coinvolge infatti anche lo scopo per cui il denaro è stato creato. Gli scopi principali sono tre:

1. Credito al consumo

Quando le banche prestano denaro ai consumatori (ad esempio attraverso prestiti personali o carte di credito) che vogliono acquistare beni di consumo, aumentano il potere d’acquisto dell’economia senza aumentare, nel breve periodo, la quantità di beni disponibili. Si assiste quindi ad un aumento della domanda ma l’offerta rimane la stessa. Nella situazione sull’isola di Robinson Crusoe, questo significa che le conchiglie aumentano rimanendo invariata la quantità di noci di cocco. Un altro esempio illustra ciò che accade nell’economia reale in una situazione di questo tipo. Supponiamo che la produzione industriale abbia raggiunto la massima capacità (non si possono produrre altre noci di cocco). Un aumento dell’offerta di moneta attraverso il credito aggiuntivo, si tradurrà in un maggiore potere d’acquisto dei consumatori, aumentando così la domanda di beni. Se la produzione rimane costante, la domanda supererà l’offerta, con prezzi in aumento (quindi inflazione) come risultato, perché i produttori non vedono alcuna possibilità di produrre di più a breve termine. Se l’economia sta lavorando quasi al completo (ad esempio: basso tasso di disoccupazione, massimo utilizzo delle risorse disponibili, ecc), allora questo porterà probabilmente ad un aumento dei prezzi, perché non c’è modo di aumentare ulteriormente la produzione. Non avverrebbe ciò nel caso in cui l’economia non sia al massimo della sua capacità. Nell’esempio di Robinson Crusoe, ciò significherebbe che se Robinson può trovare più conchiglie, ciò incoraggerà la ricerca di altre noci di cocco. Anche un improvviso salto tecnologico può aumentare l’offerta e quindi non generare inflazione: ad esempio la costruzione di una scala consentirebbe a noi di trovare più noci e quindi ristabilire equilibrio. In ogni caso deve essere chiara una cosa: mentre noi dobbiamo faticare tutto il giorno per trovare noci, Robinson potrebbe avere una riserva infinita di conchiglie che gli consentirebbe di fare di noi quello che vuole, alzando e abbassando i prezzi a piacimento. Un bel vantaggio, no?

2. Investimenti

Le banche possono anche scegliere di creare denaro attraverso i prestiti alle imprese, ciò che comunemente chiamiamo “investimento”. A questi investimenti può corrispondere l’aumento di numero di prodotti, o di ciò che può essere prodotto. Nell’esempio di Crusoe vedremo un aumento dell’offerta, quindi i prezzi scenderanno perché il resto rimane invariato. Certo, gli investimenti nel mondo reale seguono vie più complicate. L’effetto degli investimenti in produzione e sui prezzi dipenderà dalla situazione economica rispetto alla sua produzione massima possibile. Supponiamo ora una situazione in cui l’economia è in funzione a pieno regime. Le aziende potrebbero produrre di più, ma hanno bisogno di nuovi e ulteriori macchinari. Va da sé che questo non può essere risolto a breve termine. In questa situazione, le aziende saranno tentate di prendere un prestito per investire. La domanda di macchine aumenta. Questo aumenterà anche il prezzo di queste macchine, e cioè avremo un aumento della domanda con una offerta costante (questo è proprio come nell’esempio dove Crusoe aveva offerto più conchiglie per lo stesso numero di noci). Questo aumento del prezzo delle macchine porta ad un aumento dei costi per le aziende. Poiché alle aziende non piace ridurre le proprie aspettative di profitto, salirà il prezzo pagato dai consumatori, quindi l’aumento dei costi ricadrà sul consumatore, sotto forma di prezzi più elevati. D’altra parte, l’investimento può essere fatto non solo per una nuova macchina, ma anche in ricerca e sviluppo. In questo caso, il numero di beni e servizi prodotti con lo stesso numero di macchine, può aumentare grazie a miglioramenti del processo produttivo: pensiamo a Internet, o alle linee di produzione introdotte da Henry Ford, ecc. Quando ciò accade, è possibile che gli investimenti non causino un effetto inflazionistico. Ancora una volta, anche in questo caso, Robinson ha un grande vantaggio: può guidare non solo i consumi, quindi il breve termine, ma anche gli investimenti, quindi il medio e lungo termine. La questione non è più solo economica: programmare il medio-lungo termine, o comunque determinarlo, vuol dire decidere del futuro della società, vuol dire fare politica. Da qui la frase del premio Nobel dell’economia, James Tobin: “nulla è più politico della moneta”.

3. Attività Finanziarie

Le banche possono anche scegliere di prestare denaro per l’acquisto di attività finanziarie. Questo vale, ad esempio per i prestiti per l’acquisto della prima casa (mutui). Poiché l’erogazione di prestiti in questo settore va di pari passo con la richiesta di alloggi, per i quali non sempre c’è un corrispondente aumento dell’offerta, un aumento dei prestiti alimenta l’aumento della domanda, e di conseguenza si osserva un aumento dei prezzi. Torniamo indietro all’esempio di Robinson Crusoe, che ha cercato e trovato qualche conchiglia in più, mentre il numero di noci di cocco era rimasta invariata. La conclusione generale è quindi che il prestito di denaro generato per l’acquisto di un bene comporta una conseguente inflazione del medesimo bene. L’aumento dei prezzi delle attività finanziarie può anche sfociare nell’inflazione dei prezzi al consumo. Nel caso in cui per esempio aumentino i prezzi delle case e quindi si richiedano mutui più alti con conseguenti maggiori interessi, i lavoratori richiederanno salari più alti, ma in realtà il loro potere di acquisto rimarrà costante. Infatti, se le aziende aumentano gli stipendi sostengono maggiori costi e quindi dovranno aumentare di conseguenza i prezzi di vendita.

4. Inflazione da costi e da interessi

Il processo con cui la moneta bancaria crea inflazione ha un’altra componente, la più importante: e deriva dal suo essere carica di interessi composti, che vanno a scaricarsi in modo esponenziale sui prezzi finali. Gli interessi – spesso esorbitanti – pagati dagli imprenditori al sistema bancario vengono inevitabilmente scaricati sui prezzi pagati dai consumatori quando si recano a fare compere. Inoltre sui prezzi si scaricano anche le imposte che a loro volta servono a pagare gli interessi che lo Stato paga sul proprio debito. Quindi, una doppia componente. A livello generale, la moneta emessa a debito dal sistema bancario commerciale è di per sé inflazionistica, perché le banche, nel loro complesso, devono creare più moneta di quella che necessiterebbe: devono infatti assicurarsi il pagamento degli interessi oltre al capitale già emesso in fase di prestito. Tanto per esser chiari: se il sistema bancario presta 100 e chiede indietro 110, in qualche modo deve industriarsi affinché tornino indietro anche i 10 in eccesso al capitale creato. Se non chiederà beni reali, dovrà chiedere moneta in più che dovrà esso stesso creare ad hoc. In questo caso è impossibile un paragone credibile con l’isola di Robinson. Beninteso: questa moneta in eccesso non ha nessuna utilità per il corpo sociale, ma serve solo ad arricchire le tasche del sistema bancario. Questa infatti entrerà a far parte della massa monetaria e su di essa saranno chiesti ulteriori interessi, in una spirale di debiti crescenti che farà crescere assieme il livello generale dei prezzi e il livello d’indebitamento.