la rivoluzione monetaria post-Covid19
Nei testi di economia la primavera del 2020 segna la fine del dogma “Scarsità Monetaria”, prima in Europa e poi nel resto del mondo. Tutto avvenne per un processo spontaneo, naturale, che solo pochi padroni-del-mondo riconobbero fin dalle prime fasi, assistendo impotenti al fiasco delle loro armi classiche: né i loro media ipnotici, né i politicanti loro lacchè, né le loro milizie repressive poterono impedire lo sviluppo autonomo degli eventi.
Sarebbe stato come tentare di fermare la pioggia o, appunto, il ritorno della primavera dopo un inverno economico prolungato e inasprito con ogni possibile artificio finanziario, comunicativo, politico e militare. La famigerata “moneta-debito” (1) era stata lo strumento tanto subdolo quanto micidiale per asservire individui, imprese e nazioni, nel nord e nel sud del mondo. Solo pochi stati ribelli, i cosiddetti “Stati Canaglia” (2) , vi si erano opposti, ma furono ricondotti all’ovile “con le buone” (sanzioni economiche e colpi di stato telecomandati) o “con le cattive” (bombardamenti, invasioni, esemplare impiccagione o linciaggio dei riottosi leader).
Un controllo globale così efficace e pervasivo sembrava destinato a consolidarsi sempre più, invece collassò in breve tempo, a causa degli stessi meccanismi che fino ad allora lo avevano garantito. Tutto sfuggì di mano a seguito della diffusione quasi-epidemica di un virus, Covid19, poco più letale della comune influenza stagionale. Il primo focolaio epidemico si manifestò in Cina, e si sarebbe risolto in un “fuoco di paglia” come era già accaduto nel 2002 e nel 2012 con virus della stessa famiglia.
Questa volta, invece, i padroni del mondo vollero strafare. Vollero cogliere l’occasione per castigare il gigante asiatico che andava reclamando un posto sempre più prominente nel consesso globale.
Così scatenarono i propri media e, in un preciso intervallo di tempo (dal capodanno occidentale a quello cinese) che per mesi poi fece la fortuna degli adestrologi, la paura e l’odio globale vennero focalizzati sulla Cina, mettendola al tappeto economicamente. Per pochi mesi.
Però non tutte le ciambelle riescono col buco: quel virus, e ancor più i media, si comportarono come un boomerang che tornò indietro e colpì il cacciatore con un effetto molto più devastante di quanto non avesse fatto con la preda designata.
Il cacciatorepadrone-del mondo fu colpito proprio sul naso (l’Italia): ci fu un modesto sanguinamento che si poteva risolvere con un semplice tampone.
Invece si commise l’errore fatale, peraltro imposto dal sadomasochismo strutturalmente insito in quel sistema di potere: il cacciatore decise di raddoppiare, punire anche il proprio naso che, da sempre, egli giudicava troppo lungo e troppo largo, sgraziato, impertinente al punto da voler competere coi nasini francesi o con le perfette piramidi nasali teutoniche…
A dir la verità, da almeno cinquant’anni il cacciatore aveva intrapreso una serie di interventi di liposuzione sul proprio corpo, e in particolare su quel nasone, ma ora si presentava l’occasione per un intervento più radicale, ed egli procedette senza esitare né porsi dubbi sulle possibili controindicazioni.
Del resto, perché dubitare? La “crioterapia” aveva funzionato “egregiamente” cinque anni prima sul mento (la Grecia) che era stata “troppo spavalda”. Ebbene, prima che l’équipe iniziasse l’intervento vero e proprio, bastò congelare quel naso e gli eventi procedettero autonomamente, naturalmente, in pochi minuti… Adesso chiudiamo questa metafora e torniamo alla storia principale: non furono pochi minuti ma poche settimane.
Poche, ma quante bastarono a far crollare l’intero castello di carta del sistema finanziario-monetario globale. L’Italia ebbe le frontiere sigillate, le scuole e i luoghi di ritrovo chiusi; restarono in funzione solo le attività produttive essenziali. 60 milioni di cittadini segregati in casa, con permessi di uscire solo per fare la spesa o per altre necessità inderogabili. Decidere tali misure era stato arduo per i leader italiani, ma tutto sommato si rivelò facile da eseguire e da far rispettare, con tanti mugugni ma con pochi incidenti degni di nota.
La psicosi collettiva era stata messa nel conto, anzi, era parte integrante del piano generale: avere cittadini occidentali sempre più spaventati, quindi sempre più docili. Del resto, nell’Unione Europea vigeva incontrastato il principio: punirne uno per educarne cento! Insomma, tutto sembrava procedere ancor meglio del previsto, e invece l’autolesionismo di tutte quelle manovre prese a rivelarsi quando il governo italiano fu costretto a emanare ogni giorno, più volte al giorno, provvedimenti urgenti per tamponare le falle che si andavano progressivamente aprendo nell’intero sistema-paese, con un effetto domino inesorabile.
Solo per citare alcune tappe fondamentali: chiudere le scuole provocò una impennata dei congedi lavorativi parentali per la necessità di accudire ai bambini per tutte quelle ore, e anche per gran parte delle ore prima coperte dalle babysitter, che pure furono in buona parte segregate a casa loro; sospendere ogni attività sociale comportò la paralisi di gran parte del settore terziario; sospendere o ridurre le attività produttive non essenziali colpì il settore secondario, e anche in parte quello primario.
Tralascio i passaggi intermedi e arrivo subito alla conclusione: L’economia reale subì un rallentamento drammatico, ma si adattò spontaneamente e tempestivamente ai nuovi equilibri che erano imposti dai bisogni essenziali. Anzi, molti autori segnalarono importanti e duraturi effetti collaterali positivi, sia individuali che sociali e ambientali. La finanza crollò, e non mi riferisco alle quotazioni di borsa, ma a qualcosa di ben più fondamentale. – “Però i vertici della CONSOB in seguito furono processati, e alcuni subirono condanne severissime…”. – “
Vero, fu provato che avevano intascato favolose ricompense da parte delle più grandi cordate multinazionali che comprarono a metà prezzo l’eccellenza italiana.
Ma anche quello non fu l’evento fondamentale: sappiamo bene che più fondamentale della finanza è la moneta”. Infatti si potè bloccare o ridurre tutto, tranne il pagamento degli stipendi. E si dovette sospendere pro tempore anche la riscossione di tasse e imposte. Man mano che queste misure calmavano gli animi in Italia, cresceva il malcontento nel resto d’Europa, con rimpalli di recriminazioni e accuse, minacce, ultimatum incrociati fra Roma, Bruxelles, Parigi, Berlino.
Più forte di tutti urlava il cartello di Visegràd, mentre la Troica (3) restava in disparte più che poteva. I media mainstream seguivano la classica strategia di spostare l’attenzione su questioni marginali, perciò si dibatteva su tutto tranne che su stipendi e tasse. Intanto in Italia gli stipendi continuavano a essere pagati, e le tasse non venivano riscosse, in uno strabismo collettivo europeo in cui gli italiani svolgevano in pieno, e ora per obbligo, il ruolo di cicale che prima veniva loro rimproverato stereo-tipicamente. Fatto sta che la BCE taceva e pagava. Rimproverava e pagava. Lanciava ultimatum e pagava…
Intanto si moltiplicavano i focolai epidemici in Europa e USA, non abbastanza da eguagliare i tassi di mortalità che ogni anno reclama la comune influenza stagionale, ma più che abbastanza per alimentare la guerra di tutti contro tutti, in una specie di gioco dei quattro cantoni in cui l’accusatore di ieri diventava l’untore di oggi: uno scenario in apparenza comico, e in sostanza tragico. Poi, in capo a tre mesi, quella virosi si spense, tanto che oggi viene menzionata solo in testi ultra-specialistici di medicina e scienze biologiche.
Però qualsiasi studentello di scuola secondaria sa che cosa sia la “Primavera 2020”. Magari non capisce bene quando i suoi genitori parlano dei tempi in cui bisognava lavorare sodo per pagare l’affitto o il mutuo e altri strani balzelli, però, se interrogato, lui risponde prontamente: “la primavera 2020 segnò la fine del dogma Scarsità Monetaria!”.
Perché? Perché un terzo degli europei si trovò costretto a vivere da cicala, magari non per tre mesi come gli italiani, ma quanto bastò perché tutti, cicale e formiche in tutta Europa, si rendessero conto che stipendi, tasse, mutui, bollette non venivano pagati con monete d’oro, metallo scarso per davvero: venivano pagati con gli elettroni di un sistema computerizzato. E tutto si può dire degli elettroni, tranne che siano scarsi! – “Già, confesso che anch’io, all’epoca, bocciavo gli studenti se non recitavano a pappagallo: “nel sistema informatico bancario gli elettroni svolgono la stessa funzione dell’oro, quindi devono essere scarsi!”. – “Eravamo tutti così: per metà narcotizzati e per metà ricattati, se no te la sognavi la cattedra universitaria!
Oggi ti prendono per pazzo se rispolveri qualche vecchia teoria economica, mentre, prima del 2020, veniva preso per pazzo chiunque mettesse in dubbio il dogma della “scarsità monetaria”.” Quel castello di carte si sgretolò perché gli europei, grazie a quell’epidemia viral-mediatica, fecero una serie di esperienze concrete e collettive che smentirono categoricamente tre secoli di teorie e prassi monetarie. Dapprima essi constatarono che l’economia reale, sia pure temporaneamente dimezzata, procedeva senza intoppi anche perché, dopo lo shock iniziale, all’ombra di molti dei proverbiali “mille campanili”, proliferarono “mille monete locali”, basate sul formidabile precedente del SIMEC di Giacinto Auriti, e anche i buonisconto interaziendali.
Intanto gli introiti, moltiplicati per la sospensione delle tasse e di tanti altri pagamenti, nonché per il crollo delle spese voluttuarie e consumistiche, permettevano ai cittadini di mettere da parte in un mese quanto prima non riuscivano a risparmiare in un anno. Un’ulteriore gradevole sorpresa venne in estate, quando tutti poterono permettersi lunghe e agiate vacanze, con famigliari o amici, grazie a una frazione dei soldi messi da parte in primavera. A nulla valsero gli ammonimenti delle Cassandre che, con la BCE in testa, anticipavano sciagure sotto forma di “un ritorno ai tempi dell’inflazione a due cifre”.
Anzi, più le Cassandre imperversavano sui media, più i lavoratori alzavano barricate in difesa dei benefici (ri)conquistati, e meno l’inflazione accennava a crescere. Col senno di oggi gli “esperti” di quei giorni si rivelano o palesemente confusi o reticenti, comunque pervicacemente aggrappati ai dogmi della “moneta-debito”. – “Aggrappati per amore o per forza, con i diktat del FMI, e con la pistola della NATO alla tempia! Bisogna dire che quel virus fu davvero provvidenziale perché paralizzò gli USA nei mesi successivi, permettendo a noi di liberarci dal vecchio giogo. Oggi il dollaro è una fra le tante monete nel paniere mondiale, e gli stessi cittadini statunitensi ne sono felici, ma allora il loro “stato profondo” avrebbe scatenato una guerra mondiale pur di difendere il monopolio del dollaro… – “Già.
Così il FMI dovette ammettere quello che oggi è pacifico: che l’inflazione non deriva affatto da eccesso di moneta ma da scarsità di beni e servizi essenziali. E che nella categoria “essenziale” si può ben inserire tutto quanto soddisfa i bisogni non solo fisici, ma anche psichici, sociali ed estetici delle persone e dei gruppi organizzati. Oggi, con un’economia sostenibile al 95%, non c’è limite alla produzione di beni e servizi. La robotizzazione diffusa ci consente di lavorare poche ore, qualche giorno alla settimana, e solo per passione, per diletto, o comunque per scelta.
Caduto lo spauracchio dell’inflazione, ognuno di noi percepisce la rendita di base universale incondizionata, dalla culla alla tomba, e le accuse di “fare la cicala” non hanno più ragion d’essere perché chi vuole fare la formica, anche solo un po’, ottiene incentivi monetari più che generosi (moneta-credito, senza interesse). – “E ti ricordi le tasse? Oggi le studiamo come un oggetto archeologico…”. – “In effetti la persistenza fino al XXI secolo di strumenti così iniqui sul piano sociale, e addirittura controproducenti sul piano economico, sfida ogni comprensione storica: si spiega solo con un pervicace disegno imposto e mantenuto ad oltranza da élite antidemocratiche.
L’alternativa più razionale, il demurrage (4) , era già stata sperimentata con successo un secolo prima, e con l’avvento dei computer poteva essere un gioco da ragazzi, almeno a partire dal primo giorno del 2000. Ce n’è voluto del tempo, ma oggi abbiamo un mondo più giusto, più sostenibile, e più pacifico, grazie al Nuovo Ordine Monetario” (5) . – “Benedetta Primavera 2020!. Un virus, che ebbe scarso rilievo nella storia della medicina, scardinò l’Economia Classica, Economia di Potere, semplicemente rivelando che l’Imperatore era nudo”.
Padova (Italy), 14/03/2020
Leopoldo Salmaso
Rilasciato con licenza CC BY-NC-ND
1 – Fino al 2020 ogni emissione monetaria comportava un debito matematicamente inestinguibile, in crescita inesorabile.
2 – https://www.pressenza.com/it/2018/04/chi-chiama-canaglia-chi/
3 – BCE, FMI, Commissione Europea
4 – La moneta elettronica, appena emessa, incomincia a perdere valore a un tasso intrinseco, come gli elementi radioattivi. Cioè: la tassa è intrinseca in ogni unità monetaria, invece che colpire le attività produttive.
5 – https://www.monetabenecomune.it/2016/04/09/articoli-e-contributi-di-leopoldo-salmaso/