Articolo di Stan Jourdan del 27 Aprile 2017
Nel suo report annuale, la Banca Centrale Europea ha dimostrato che il suo programma di Quantitative Easing ha incrementato la ricchezza dei più ricchi.
Sin dall’inizio era chiaro che il programma di quantitative easing nell’Eurozona non solo avrebbe avuto effetti limitati sulla crescita e l’inflazione, ma avrebbe anche portato con sé importanti conseguenze non desiderate.
In particolare, il quantitative easing aumenta quasi automaticamente la disuguaglianza tra ricchi e poveri .
Questo è dovuto al funzionamento dei mercati finanziari: un improvviso aumento nella domanda di determinati prodotti o servizi (e più precisamente di beni finanziari)automaticamente provoca un innalzamento dei prezzi se non c’è un corrispondente aumento dell’offerta degli stessi prodotti o beni.
Per come è stato progettato il quantitative easing (QE) genera inevitabilmente un aumento dei prezzi dei beni finanziari. Infatti, quando le banche centrali immettono nel sistema una enorme quantità di liquidità per acquistare titoli di stato, si assiste ad un aumento del valore di questi titoli. Inoltre, il QE ha impatto anche su altri segmenti del mercato finanziario, infatti promuove l’acquisto, e quindi l’aumento della domanda, di altri beni finanziari, quali azioni e obbligazioni societarie.
Siete confusi sul significato di tutto ciò? Non siete i soli!! La figura che segue offre una spiegazione.
L’effetto disuguaglianza del quantitative easing è stato riconosciuto ed evidenziato in passato dalle banche centrali. In uno straordinario documento, i ricercatori della Banca di Inghilterra hanno misurato l’impatto sulla distribuzione della ricchezza del loro programma di quantitative easing nel 2012 e hanno concluso che:
Attraverso l’aumento dei prezzi di alcuni beni finanziari, gli acquisti di questi beni hanno incrementato il valore della ricchezza finanziaria delle famiglie rappresentata da tutto ciò che non sono fondi pensione, ma la ricchezza è pesantemente sbilanciata verso il 5% delle famiglie che detengono il 40% di questi beni finanziari.
IL QE NELL’EUROZONA HA PORTATO MAGGIORI BENEFICI AL 20% DELLE PERSONE PIÙ RICCHE
Più di recente anche la Banca Centrale Europea ha fatto la sua ricerca ed è arrivata agli stessi risultati. Nel suo report annuale, la BCE pubblica un’analisi completa dell’impatto sulla distribuzione della ricchezza del QE nell’Eurozona. Secondo la ricerca della BCE, il QE ha prevalentemente contribuito ad incrementare di quasi il 30% la ricchezza del 20% dei più ricchi, che è molto di più di quanto non sia incrementata la ricchezza degli altri segmenti di popolazione. I risultati della ricerca della BCE sono rappresentati nella figura che segue:
Nonostante la BCE riconosca l’esistenza di questo effetto disuguaglianza, afferma che il QE ha avuto altri effetti positivi (minor disoccupazione e stabilità dei prezzi) che in parte compensano l’aumento della disuguaglianza nella ricchezza. “Non c’è strumento migliore per aumentare l’uguaglianza che incrementare l’occupazione” ha detto Mario Draghi alla conferenza stampa della BCE del 27 aprile 2017.
Riteniamo che questa affermazione sia debole perché è molto difficile attribuire la riduzione di disoccupazione solo alla BCE. Altri fattori, quali le riforme strutturali e le politiche economiche nazionali, possono avere un ruolo molto più importante nel determinare questa riduzione di disoccupazione. In realtà i fatti dimostrano che l’iniezione di liquidità del QE non ha portato direttamente a più alti livelli di investimento in attività reali che avrebbero invece creato nuovi posti di lavoro. Al contrario la relazione tra prezzi dei beni finanziari e ricchezza delle famiglie è molto chiara, specialmente in un periodo in cui l’economia reale ristagna.
In altre parole, il fatto che l’occupazione sia aumentata non inficia la nostra affermazione che la diseguaglianza nella ricchezza è stata causata dalla BCE.
Oltre a ciò, il punto più importante è che altre politiche, inclusa la distribuzione di moneta direttamente ai cittadini come noi sosteniamo, potrebbe veramente ridurre la disuguaglianza, al contrario di quanto avviene oggi con l’attuale programma di QE.
Data l’ampiezza di immaginazione che i politici della BCE dimostrano quando disegnano politiche come il TLTROs e il QE, è deludente il fatto che le banche centrali non mostrino lo stesso livello di immaginazione quando formulano politiche che potrebbero ridurre le disuguaglianze.